Non si riesce ancora ad eliminare l’alone di mistero e incertezza che grava sulla riforma pensioni 2014: se dal Jobs Act è possibile attendere qualche buona novità per chi verrà assunto, ancora non trapela nulla di ufficiale per quella fetta di lavoratori rappresentata dai Quota 96, gli esodati, i preoci e coloro che svolgono lavori usuranti.
La soluzione sembrava essere lo strumento della pensione anticipata con cui il Governo Renzi intendeva dare flessibilità al sistema, ma l’ipotesi è finora naufragata per la continua mancanza delle risorse necessarie per coprire l’intero provvedimento: la concentrazione si è quindi tutta spostata sulla sanatoria a favore degli oltre trentamila esodati.
Ma la situazione si aggrava: ci sono persone che attendono da oltre tre anni di conoscere il proprio futuro e che vivono la situazione con disagio e in più arrivano continui allarmi sulla sostenibilità del sistema sempre più a rischio: l’FMI aveva dichiarato che la spending review che il Governo metterà in atto non sarà sufficiente se non vengono fatti dei tagli consistenti anche alle spese sotto la voce “pensioni”.
In precedenza era arrivato sul tavolo di Renzi anche il documento di Cottarelli che illustrava la necessità di inserire con la riforma pensioni 2014 un nuovo contributo di solidarietà sugli assegni pensionistici già in essere, almeno su quelli che superano i 2000 euro mensili, per cercare di mettere una toppa alle ingiustizie create con la legge Fornero nel 2011 (proposta bocciata dal Premier).
Una soluzione alternativa è stata proposta anche dall’Inps attraverso il suo commissario Vittorio Conti che ha suggerito di sfruttare il regime contributivo per aumentare la flessibilità dell’uscita dal mondo del lavoro, in modo da dare offrire una sanatoria per i lavoratori disagiati che non comportasse ulteriori spese allo Stato.