Non tutti sono a conoscenza del fatto che per i soggetti (uomini e donne) che svolgono lavori non retribuiti in casa con i quali si prendono cura della famiglia esiste un Fondo previdenziale; la cosiddetta “pensione casalinghe” non può certo essere considerata uno stipendio, ma il giusto riconoscimento del lavoro svolto da chi si occupa a tempo pieno della casa e della famiglia.
Il Fondo Inps, la cui forma attuale risale al 1997 ha una lunga storia alle spalle (iniziata nel 1963 con la mutualità pensioni) che ha avuto un momento importante nel 1995, quando l’attività svolta all’interno delle mura domestiche è stato legittimata come un lavoro vero dalla Corte Costituzionale.
Per poter beneficiare della pensione casalinghe i soggetti interessati, che hanno un’età compresa tra i 15 e i 65 anni, devono fare la domanda all’Inps che risponderà mandando i bollettini attraverso i quali si potranno effettuare i versamenti. I pagamenti possono essere effettuati in qualsiasi momento dell’anno e ogni mese di contribuzione corrisponde a 25,82 € (deducibili dal reddito imponibile Irpef).
La domanda può essere inoltrata online attraverso il sito dell’Inps; in alternativa si può contattare il Call Center dell’ente o recarsi presso un patronato che assumerà il ruolo di intermediario tra il soggetto richiedente e l’Inps. Se la domanda viene accolta, l’iscrizione diventa effettiva dal primo giorno del mese successivo.
Chi si iscrive al Fondo Inps ha diritto alla pensione di inabilità (per coloro che possono dimostrare di non poter svolgere più nessuna mansione lavorativa) o alla pensione di vecchiaia (per coloro che hanno superato i 57 anni e hanno almeno 5 anni di contributi versati o per coloro che hanno 65 anni). L’importo dell’assegno varierà in base al sistema di calcolo contributivo.