Perugia, forse una delle città più tranquille d’Italia, ha assistito in questi giorni ad un duplice scandalo. Un sacerdote sarebbe stato ricattato perché ritratto da alcune foto in atteggiamenti indiscutibilmente osé. Il prete sarebbe morto oggi suicida.
Il curato, ormai non più giovanissimo, era stato contattato da un uomo di origini rumene. Quest’ultimo aveva più volte intimato al parroco di Perugia di fornirgli del denaro, poche migliaia di euro, perché non scoppiasse uno scandalo, perché il ricattatore non divulgasse le foto osé.
Il sacerdote di Perugia, per una lunga serie di motivazioni, ha sempre preferito non cedere al ricatto. La pressione dell’uomo di origini rumene si faceva però sempre più asfissiante, insopportabile. Per questo il curato ha deciso, con molto coraggio, di denunciarlo.
E’ stato facile per gli agenti cogliere il ricattatore in flagrante. Immediato il fermo. Oggi il tribunale di Perugia avrebbe dovuto emettere sentenza sulle sorti dell’uomo rumeno. Il sacerdote però non saprà mai che per il suo “stalker” sarebbe stato convalidato l’arresto.
Il parroco intanto è stato trovato morto; a detta degli inquirenti a causa di un suicidio. Ciò, in un ambiente cattolico, costituisce un ulteriore scandalo. Don Franco però, almeno a detta delle autorità ecclesiastiche di Perugia, sarebbe stato istigato al suicidio.
Sebbene la storia abbia avuto un peso marginale all’interno della cronaca nazionale, ha, come prevedibile, letteralmente intasato le pagine dei quotidiani locali. Ciò per l’anziano sacerdote ormai morto, avrebbe costituito un’onta difficilmente sopportabile.
Forse la verità sta nel mezzo.Il sacerdote è un essere umano e come tale può sbagliare. Il suo ruolo però gli impone di evitare determinati errori o, almeno, di assumersene le responsabilità. I media, dal canto loro, possono destabilizzare un uomo già giudicatosi colpevole.