Australia: ecosistema marino danneggiato da rifiuti e plastica

Australia; le bellissime barriere coralline e la variopinta flora ittica potrebbero diventare un ricordo. L’intero ecosistema marino dell’isola è infatti minacciato dai rifiuti e, soprattutto, dalla plastica.  Particolarmente danneggiato sarebbe il Golfo di Carpenteria.

Quando pensiamo all’Australia siamo soliti immaginare spiagge incontaminate, mari cristallini e, diciamolo pure, un’attenzione all’ambiente più accentuata rispetto all’Italia. Oggi purtroppo abbiamo appreso che le cose non stanno esattamente così.

Pare che anche in Australia i mari siano sempre più inquinati e che cumuli via via crescenti di rifiuti, composti soprattutto da materiali plastici, si stiano disperdendo al largo delle coste, o peggio, inabissando. A farne le spese sarebbero soprattutto gli animali.

Buona parte della fauna ittica tipica dell’Australia finisce per restare impigliata in grossi agglomerati di immondizia, o per nutrirsene. In ogni caso ciò significa metterne a repentaglio la vita. Ad allarmare i ricercatori che oggi hanno diffuso l’esito dei loro studi, è però anche altro.

Tutti questi rifiuti non sono scarti di navigatori incivili o derivati da incidenti fortuiti ed inevitabili. E’ evidente che l’immondizia nelle acque che bagnano l’Australia, proviene quasi esclusivamente dalla terra. Ciò significa che inquinare sta diventando lentamente una prassi.

I ricercatori del Csiro, ente che sorveglia le condizioni ambientali in Australia, sembrano mostrare particolare apprensione per le sorti delle tartarughe marine. Del resto l’inquinamento avrebbe ucciso più di 15 mila esemplari, tutti nei pressi del Golfo di Carpenteria.

Ancora il Csiro sostiene la necessità di avviare subito delle campagne per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e per l’educazione ambientale oltre che un programma di incentivi economici per la tutela della natura. Ci auguriamo che queste idee si diffondano ovunque…