Dopo le stime dell’Ocse e di Confindustria che prevedono un Pil negativo anche per quest’anno, pure il Ministro Pier Carlo Padoan, pur senza dare numeri ufficiali (che arriveranno con il Documento di Economia e Finanza il primo Ottobre), ammette che anche il 2014 è a rischio recessione.
Il numero che esprime la negatività della crescita del Pil sarà molto più piccolo rispetto al passato (Confindustria ha stimato uno -0,4%), ma l’uscita dalla crisi non è immediata (la risalita è prevista per il prossimo anno e poi in misura sempre crescente negli anni seguenti); per questo la legge di Stabilità non avrà un percorso facile, nonostante lo sforzo del Governo di trovare le necessarie (e credibili) risorse.
E le risorse il Governo vuole trovarle senza dover aumentare le tasse, ricorrendo alla spending review, che non significa solo tagli, ma anche riallocazione delle risorse stesse. Padoan assicura che il tutto verrà fatto seguendo un programma di spesa che punta all’efficienza e che continui a garantire la quantità e la qualità dei servizi.
Oltre ai tagli di spesa (proprio il Ministero delle Entrate ha già individuato come fonti di risparmio la riduzione delle posizioni dirigenziali e delle sedi territoriali) le risorse dovrebbero arrivare anche dalla lotta all’evasione e dal crollo dell’onere del debito (il calo dello spread secondo Pier Carlo Padoan dovrebbe portare un beneficio di circa 5 miliardi).
Il Ministro nel corso del suo intervento a Porta a Porta ha aggiunto che la spinta principale nel percorso verso la crescita però arriverà dalle riforme, quelle già attuate e quelle previste dal programma dei Mille giorni, che anche l’Unione Europea aspetta anche per evitare lo spettro della Troika.