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UNESCO: tutelare lingue e dialetti perché patrimonio dell’umanità

UNESCO: tutelare lingue e dialetti perché patrimonio dell’umanità

L’UNESCO ha di recente affermato che tutelare le lingue e i dialetti attualmente presenti nel mondo, dovrebbe rappresentare una missione culturale di primaria importanza. Ciascun idioma, più o meno diffuso, rappresenta infatti un piccolo patrimonio dell’umanità.

Del resto se una religione, un cibo o un monumento identificano una ristretta area del pianeta, è possibile dire altrettanto di una lingua. La tendenza attuale però, nota ancora l’UNESCO, sembra quella di lasciar affermare determinati idiomi a scapito di altri.

Avverte l’UNESCO che ciò è più evidente nelle zone povere del mondo; i pochi bambini africani che godono della possibilità di studiare impareranno l’inglese o il francese, a volte l’italiano, ma di sicuro non la lingua locale. Ciò gli consentirà, magari in futuro, di inserirsi meglio nel mondo del lavoro.

Contemporaneamente però perderanno le radici della loro cultura; la lingua e le usanze locali spariranno con gli anziani. Questo processo è già avvenuto in passato; la fortuna di un idioma era spesso legato alla grandezza di una nazione o alla sua potenza economica.

L’UNESCO avverte però che il fenomeno sta per raggiungere entità molto più allarmanti che in passato. Si stima infatti che entro il 2100 le lingue attualmente esistenti passeranno da 6000 a meno di 3000. Con esse spariranno, inevitabilmente, fattori connotanti della cultura.

Per questo, grazie anche all’interessamento dell’UNESCO, stanno diffondendosi progetti finalizzati alla tutela delle lingue meno diffuse. Il problema, apparentemente poco importante, potrebbe prima o poi interessare anche l’Italia, assoggettata al dominio sempre più evidente dell’inglese.

Tra le lingue al momento a rischio di cadere in disuso si ricordano l’euskera, tipica della cultura basca ed alcuni dialetti tipici di piccolissime tribù insediate nei paesi africani. Conservare le lingue è un modo di unire il mondo pur mantenendo le nostre peculiarità nazionali.

About Fabio Porpora

2 commenti

  1. Peccato però che l’articolo si preoccupi soltanto dei destini della lingua italiana (e non anche delle lingue regionali d’Italia).

  2. Si parla di lingue e dialetti e si avverte che l’italiano, al pari di altre lingue del mondo, potrebbe presto estinguersi; non c’è quindi un focus mirato ai problemi della nostra lingua (del resto la notizia vera e propria riguardava le decisioni prese in proposito dall’UNESCO). E’ ovvio che un discorso simile valga anche per le lingue regionali, ma se le avessi elencate tutte avrei dovuto, per correttezza, fare altrettanto con tutte le varietà linguistiche minoritarie. L’articolo si sarebbe ridotto ad una lista, perdendo sicuramente di interesse.

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