La vicenda dei marò sembrerebbe non aver mai fine. Accantonata per ora la questione diplomatica che li tiene prigionieri in India, almeno secondo gli ultimi aggiornamenti, pare che per Latorre siano state richieste nuove indagini mediche prima di tornare in Italia.
Massimiliano Latorre, all’inizio di questo mese, è stato ricoverato nell’ospedale di New Delhi con diagnosi di ischemia. Per questo motivo i legali della famiglia hanno subito chiesto alla Corte Suprema Indiana il rimpatrio del marò; questi avrebbe avuto diritto a curarsi in Italia.
Dopo qualche tentennamento, i magistrati indiani avrebbero accordato a Massimiliano Latorre il permesso di tornare il patria. L’uomo sarebbe potuto rimanere in Italia soltanto per due settimane. La situazione, almeno temporaneamente, sembrava essersi risolta.
Nel corso del primo pomeriggio di oggi però la Corte Suprema Indiana ha dovuto accogliere un ricorso. A presentarlo sarebbero stati i legali di Freddy John Bosco. Questi, a causa dell’errore di valutazione di Latorre e Girone, avrebbe dovuto affrontare una gran mole di problemi di varia natura.
Bosco, proprietario del peschereccio su cui lavoravano i due uomini uccisi dai marò, sostiene che Latorre debba sottoporsi a nuove scrupolose indagini mediche che accertino l’effettiva necessità per il fuciliere di farsi somministrare delle cure mediche al di fuori dell’India.
Tale richiesta non sarebbe stata motivata se non con l’esigenza di essere sicuri di emettere una giusta sentenza. Non è ancora chiaro cosa tema Bosco, forse un mancato risarcimento. Intanto il destino di Massimiliano Latorre resta nuovamente sospeso, così come il fiato dei suoi familiari.