Lunedì governo e parti sociali si incontreranno per discuteresul disegno di legge di riforma suggerito due anni fa dagli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi. La strategia è quella annunciata ieri da Mario Monti: “Dovremo ridurre la frammentazione dei contratti e far andare di pari passo la riforma del mercato del lavoro con quella degli ammortizzatori sociali”. I cambiamenti in arrivo?Contratto unico di apprendistato e introduzione del reddito di disoccupazione,questi i due assi della riforma Fornero. L’obiettivo è quello di rendere meno precaria l’occupazione giovanile, creando “una maggiore mobilità che protegga il lavoratore ma non renda sclerotico il mercato del lavoro”.La riforma non toccherebbe direttamente l’articolo 18 ma ne limiterebbe l’efficacia.
Scendendo nei particolari, l’idea di base è quella di sostituire con un contratto unico gli attuali 48 censiti dall’Istat. L’attuale frammentazione, infatti, penalizza soprattutto donne e giovani portando il salario medio lordo di un lavoratore italiano sotto la media dei Paesi europei. Nascerà per questo il Cui, contratto unico di ingresso che avrà due fasi: una di ingresso, che potrà durare fino a tre anni e una seconda fase di stabilità, in cui il lavoratore avrà tutte le tutele riservate ai contratti a tempo indeterminato.
Durante la fase di ingresso, in caso di licenziamento con motivazioni che non siano di “giusta causa”, il datore di lavoro dovrà risarcire il dipendente pagando la paga di cinque giorni lavorativi per ogni mese lavorato. In caso di una fase di ingresso di tre anni, il licenziamento dovrà essere risarcito con sei mensilità.
Il contratto a tempo determinato invece prevede un tetto minimodi 25mila euro lordi annui.Significa che per importi inferiori a questa cifra non si potranno fare contratti a tempo determinato. Si prevede un tetto anche per le altre forme di lavoro flessibile, come i contratti a progetto o le collaborazioni coordinate e continuative.
Il discorso del reddito minimo garantito è ancora da stabilire. Nei paesi europei, questo varia di nazione in nazione, dai 1350 euro lordi mensili della Francia ai 600 della Spagna. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali si cercherà di semplificare l’attuale sistema che prevede tre situazioni: cassa integrazione ordinaria, cassa straordinaria e mobilità.