Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia,naufragata venerdì notte a Isola del Giglio, causando la morte di 11 persone,”rimase fermo sulla scogliera dell’Isola del Giglio guardando la nave affondare”, dopo averla abbandonata, mentre era ancora in corso l’evacuazione. Questo è quanto si legge nell’ordinanza del gip, che ieri ha concesso al comandante gli arresti domiciliari.
Nell’ordinanza,si parla anche di “grave imprudenza e imperizia di Schettino”.Inoltre, altro personale ed ufficiali si sarebbero adoperati sulla nave per aiutare i passeggeri e ciò “smentisce oggettivamente” l’impossibilità dichiarata dal comandante di gestire il soccorso a bordo.
Il gip spiega di aver concesso i domiciliari a Schettino perché “non sussiste il concreto pericolo di fuga” e neppure di “inquinamento delle prove”.
Il Comandante, così, dopo alcuni giorni di carcere è tornato nella sua abitazione di Meta di Sorrento,scortato dalla polizia, e accompagnato dalla moglie e dal fratello, ha cercato di evitare fotografi e giornalisti che lo attendevano fuori la sua casa.
La procura di Grosseto sta valutando se rivolgersi al Tribunale del riesame contro il provvedimento del gip.Il procuratore capo,Francesco Verusio, afferma che esiste il pericolo di una fuga di Schettino, accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.
Nel frattempo, per motivi di sicurezza,si fermano sulla Costa Concordia, le operazionimesse in moto nella giornata di ieri per creare nuovi varchi che potessero essere sfruttati dai sommozzatori, dato che la nave ha ricominciato pericolosamente a muoversi.Col passare dei giorni la speranza di ritrovare ancora qualcuno in vita è sempre più remota.All’appello mancano ancora 28 persone.Ancora non sono state riconosciute le salme dei cinque passeggeri ritrovati ieri, di loro si sa solo che, al momento del ritrovamento, indossavano tutti abito da sera e giubbotto salvagente, che purtroppo non è servito a salvargli la vita.