E’ prevista per oggi l’inaugurazione della 31°edizione della Biennale di San Paolo (Brasile); lo staff ha rifiutato nei giorni scorsi dei fondi in denaro provenienti da donatori israeliani. Il tema di quest’anno sarà abilmente espresso dal titolo della mostra: “Come le cose che non esistono“.
Il titolo, come del resto l’intera manifestazione, mira ad evidenziare il potere evocativo dell’arte, la poesia nascosta nelle opere in esposizione. Il verbo esistere, almeno nelle intenzioni degli organizzatori della Biennale di San Paolo, va inteso in una vasta gamma di significati.
Si vuole evidenziare cioè che qualcosa può non esistere perché nessuno l’ha ancora inventata o perché viva soltanto nella mente o nel ricordo di chi osserva o crea. L’organizzazione della Biennale di San Paolo, proprio per questo motivo, mette in mostra lavori e progetti d’arte e non solo.
Sarà possibile infatti assistere all’esposizione di innovativi studi pedagogici ed architettonici, ma anche, ovviamente, a lavori inerenti il mondo dell’arte figurativa. La Biennale di San Paolo, appena qualche giorno fa, ha rifiutato i fondi provenienti dagli sponsor israeliani.
Tale scelta è stata motivata ideologicamente; artisti partecipanti alla manifestazione e curatori della Biennale di San Paolo, hanno preferito rinunciare ad una cifra pari a circa 40 mila dollari piuttosto che farsi sovvenzionare da uno Stato di cui non approvano l’ideologia politica e militare.
Accettando quel denaro, sostengono i partecipanti e gli organizzatori della Biennale di San Paolo, si sarebbe svenduta l’arte e la creatività umana. Israele invece, pur sborsando una cifra considerevole, avrebbe tratto soltanto vantaggi dalla partecipazione ad una manifestazione così importante.