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Fecondazione eterologa: arriva il sì delle Regioni

Fecondazione eterologa: arriva il sì delle Regioni

È arrivato all’unanimità il primo sì da parte della Conferenza delle Regioni alle linee guida sulla fecondazione eterologa, un provvedimento che si era reso necessario dopo la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha abolito la legge 40 che poneva il divieto. La notizia è stata data in anteprima dal presidente del Veneto Zaia quando i lavori erano ancora in corso.

Le linee guida prevedono un’introduzione gratuita alla fecondazione assistita nelle strutture pubbliche e stabiliscono una serie di requisiti necessari per accedere all’eterologa. La bozza del decreto è stata mandata anche ai due rami del Parlamento nella speranza che l’intero iter venga seguito velocemente.

Il ministro della salute Lorenzin ha detto che anche se le Regioni hanno trovato l’accordo, sarà necessaria una legge (capace di recepire le direttive europee e di mettere in sicurezza le donazioni), ma questo accordo è molto importante perché in questo modo si eliminano le disparità. Di altro avviso è il presidente della regione Toscana Rossi che dice che si può partire anche senza l’intervento del Parlamento.

La necessità di una legge che tuteli i nascituri e le coppie che ricorreranno alla fecondazione eterologa è sottolineata anche da Maurizio Sacconi (Ncd), anche per garantire la tracciabilità delle donazioni ed evitare lo spettro di donne e uomini costretti a “donarsi” a causa della povertà.

Il capogruppo del Nuovo Centrodestra al Senato è rimasto colpito dal vincolo di omogeneità del colore della pelle tra genitori e donatore, è una cosa che sembra un’idea di selezione della specie umana; anche per questo è giusta una discussione in Parlamento dove ci sono i rappresentanti del Popolo.

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