Quando si decide di aprire un conto corrente spesso non si hanno le idee chiare vista l’esistenza di diverse tipologie di conto e di vari aspetti da controllare. Cerchiamo di fare chiarezza spiegando i pro e i contro di ciascuna categoria di conti correnti e analizzando quali sono gli elementi da valutare nella scelta.
Nel conto corrente a canone variabile le spese sono relazionate al numero e alla tipologia delle operazioni effettuate: è quindi il conto corrente perfetto per chi effettua poche operazioni e raramente (ed è sconsigliato a chi ricorre spesso ad operazioni sul proprio conto).
Il conto corrente a canone fisso comporta per il correntista un canone fisso (annuo o mensile) in cui sono incluse varie operazioni gratuite illimitate e i servizi di base; è adatto per chi effettua molte operazioni e ha il vantaggio della chiarezza sui costi, che sono noti in anticipo. Inadatto per chi fa poche operazioni.
Il conto online permette di effettuare la maggior parte delle operazioni a distanza, quindi senza la necessità di recarsi o avere interazioni con le filiali della banca. Le spese di gestione sono più basse (in molti casi non si paga l’imposta di bollo o il canone è gratuito) e c’è una maggiore flessibilità e facilità d’uso in tempo reale.
Passiamo ora a conoscere gli elementi che bisogna assolutamente valutare quando si sceglie di aprire un conto corrente: il canone mensile (o costo di mantenimento), il costo unitario di ciascun servizio offerto, l’ampiezza della gamma dei servizi compresa nel conto corrente, il tasso creditore e la logica di capitalizzazione degli interessi.
Il tasso creditore è il tasso che la banca paga sui depositi dei suoi clienti correntisti: la somma che la banca paga prende il nome di interessi attivi (sui quali grava la ritenuta fiscale del 27%).
Il tasso debitore è il tasso che si applica quando si utilizza il cosiddetto fido bancario (come succede ad esempio in caso di conto corrente scoperto) e dà origine agli interessi passivi, che di solito sono piuttosto alti.
La logica di capitalizzazione è il modo in cui vengono accreditati gli interessi attivi e addebitati quelli passivi (che può avvenire a fine mese, o trimestralmente o ad intervalli regolari dal momento dell’apertura del conto…)