Si apre a Taranto il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. La corte di assise è composta da donne: il presidente Cesarina Trunfio, il giudice a latere Fulvia Misserini, e sei giudici popolari. I togati dovranno decidere del destino dei 9 imputati. Alle 9.55,suona la campanella ed entrano in aula i giudici e le imputate. Mamma e figlia sono nella stessa cella. Sabrina piange ed è visibilmente trasformata: capelli lunghi e molto dimagrita.
Nell’aula affollata di giornalisti, c’è la famiglia Scazzi e Michele Misseri che siede accanto alla cella della figlia e della moglie. Le due donne non vogliono le telecamere, ma la corte da il consenso per le riprese anche se con delle limitazioni:vengonoammesse solo le telecamere di ‘Un giorno in pretura’ che poi passeranno le immagini alle altre televisioni.
La corte ha deciso che “visto l’eccessivo interesse della società alla rilevanza del processo è giusto che i cittadini possano seguire tutto il dibattimento”. Non potranno essere ripresi dalle telecamere gli imputati Cosima Serrano, Sabrina Misseri, Carmine Misseri,Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, nonché i testimoni che ne facciano richiesta. Vietata anche la presenza in aula dei fotografi. Concetta Serrano, la mamma di Sarah, parla di cosa si aspetta dal processo: “Spero che Sabrina confessi e racconti tutta la verità – dice – ma davvero la verità. Se pungolata bene penso lo possa fare, è più fragile psicologicamente. Cosima invece no. “Perché?”.
E’ l’interrogativo che continua a ripetere in aula Concetta, a 16 mesi dall’uccisione della figlia. Durante la pausa del processo, parlando con i giornalisti si chiede ancora il motivo per il quale la sua bambina è stata uccisa in modo così brutale. “Eravamo due famiglie che si frequentavano non capisco perché sia accaduto questo.
La gelosia? Mah, non so se sia stata solo quella”. In aula Concetta non ha cercato lo sguardo della sorella Cosima e della nipote Sabrina, entrambe dietro le sbarre. “Per me sono due persone che hanno sbagliato e devono pagare”. La mamma di Sarah è in ansia anche perché non riesce a comprendere tutte queste lunghe procedure preliminari del processo. “Non starò a tutte le udienze, ma alle più importanti ci sarò”, preannuncia. E riguardo alla composizione della Corte d’Assise afferma: “Il presidente è donna, sette giudici su otto sono donne. Le donne sono più agguerrite, questo mi dà fiducia per una sentenza che faccia giustizia”.