L’arte astratta o astrattismo, è passata alla storia come una delle avanguardie più enigmatiche e dissacranti dell’intero ‘900; in realtà questo movimento ideologico, magari caricato di significati diversi, sarebbe un’invenzione risalente addirittura ai Neanderthal.
Tale affermazione deriverebbe da alcune incisioni rupestri databili tra i 200.000 ed i 40.000 anni fa, epoca in cui i Neanderthal popolavano la Terra. Studi specifici mostrano che le linee e le figure qui riproposte sono state tracciate volontariamente e con mezzi costruiti ad hoc per incidere le spesse pareti di roccia delle caverne.
La volontarietà di disegnare qualcosa di astratto si intuisce dall’esame attento dei solchi; essi sono stati percorsi più volte da un’oggetto appuntito nella stessa direzione fino ad ottenere profondità notevoli. Pare poi che le incisioni rupestri praticate dai Neanderthal avessero uno scopo religioso o rituale.
Alcuni studi sembrerebbero però posticipare la nascita dell’arte astratta ed attribuirla, piuttosto che ai Neanderthal, all’Homo Sapiens. Si parlerebbe comunque di più di 30.000 anni fa, quindi nella sostanza non cambierebbe poi granché: l’astrattismo deriverebbe da un codice espressivo ancestrale.
Del resto tanto i Neanderthal quanto l’Homo Sapiens avevano concetti di difficili comprensione; la morte, la spiritualità e l’aldilà su tutti. Ciò dimostra che anche psichicamente erano sicuramente in grado di concepire una rudimentale forma d’arte.
Gli esperti avvertono comunque che sono in corso altri studi utili ad approfondire ulteriormente questo affascinante argomento. In ogni caso ci piace pensare che, in qualunque forma e a qualsiasi livello evolutivo, la sensibilità artistica ha sempre accompagnato l’uomo.