L’ex Presidente del Consiglio Mario Monti è intervenuto alla trasmissione Agorà estate e ha parlato della sua carriera politica, del Governo di Renzi e del suo, quello che può essere ricordato come l’Esecutivo dei tecnici.
Mario Monti ricorda come quando lui era Premier, il Governo riuscì a mettere in atto la riforma delle pensioni e la riforma della tassazione (con l’introduzione di una sorta di patrimoniale): riforme complete e operative senza ricorrere alle slides (uno strumento che Matteo Renzi invece utilizza spesso).
Il senatore a vita ha aggiunto quanto sia difficile mantenere un Esecutivo all’altezza, constatando che un governo che è in grado di fare viene comunque mandato a casa (e prende come esempio Schroeder in Germania).
L’ex Premier si sbilancia anche sull’operato del suo attuale successore dicendo che, pur avendo poca esperienza, si muove bene e senza complessi in ambito europeo; ma per Renzi c’è anche un paio di consigli: deve cercare di rimanere più stabile, evitando di essere troppo emotivo e ondeggiante e quando dice che vuole riportare l’Italia ad essere la guida dell’Europa corre il rischio di essere etichettato come velleitario.
Sulla sua candidatura nel 2013, Mario Monti la giustifica ammettendo che aveva il terrore di vedere un’Italia in mano ad un centrodestra formato da Pdl, Lega e Fratelli d’Italia o un centrosinistra in cui Sel poteva fare la voce grossa: c’era un forte rischio di anti-europeismo e di indisciplina sul piano della finanza pubblica.
Il 10% che raccolse il suo partito Scelta Civica riuscì ad evitare questi due possibili scenari, favorendo quello che poi sarebbe diventato il Governo delle larghe intese.