L’equilibrio mondiale sta cambiando; l’incessante incremento demografico e la sempre minor reperibilità di risorse commestibili porterà l’umanità a nutrirsi di alimenti poco appetibili, alcuni studiosi sostengono addirittura che entro il 2050 mangeremo abitualmente insetti.
L’azione dell’uomo ha sempre avuto un certo impatto sull’ambiente; purtroppo negli ultimi secoli le conseguenze che ciò comporta sono diventate sempre meno tollerabili per la natura. Si spiegano così disastri meteorologici, epidemie, siccità e carestie che ci spingeranno prima o poi a nutrirci di insetti.
Ma perché ciò dovrebbe avvenire proprio entro il 2050? Per quella data, almeno secondo le proiezioni degli scienziati, la popolazione mondiale dovrebbe crescere fino a comprendere circa 9 miliardi di individui. Intanto le risorse alimentari diminuiranno. Da qui l’idea di mangiare insetti.
Questi animali rappresenterebbero l’unica fonte sostenibile, equamente disponibile e commestibile, che l’ambiente, ormai impoverito e logorato, potrebbe essere ancora in grado di fornire all’umanità. In previsione di ciò la FAO ha pubblicato degli studi sulle diete a base di insetti.
Esisterebbero diversi motivi che, per quanto l’idea ancora oggi ci appaia alquanto ripugnante, dovrebbero farci propendere per una dieta entomofaga, ossia a base di insetti. La FAO, con dovizia di particolari, ne rende immediatamente noti almeno cinque.
In primo luogo, anche se l’abbiamo sempre ignorato, pure in occidente determinati alimenti si compongono di piccole parti o pochi esemplari di insetti; tra i più diffusi la birra, il curry, le confetture, la farina e molti farinacei.
In secondo luogo gli insetti costituirebbero una fonte nutrizionale completa ed equilibrata a basso contenuto calorico. Inoltre il loro impiego in cucina, a differenza di quanto avviene per altre carni animali, sarebbe per l’ambiente molto più sostenibile.
La conversione a tale tipologia di alimento permetterebbe alle zone più povere del mondo di migliorare l’economia interna ed estera e creare nuovi spazi lavorativi. Infine parrebbe che il gusto degli insetti non si discosti molto da quello dei cibi a cui siamo abitualmente avvezzi.