Secondo gli ultimi aggiornamenti provenienti dall’Iraq, per gli Yazidi rifugiatisi sulle monte Sinjar non sarebbe più necessario mettere in atto un piano di evacuazione; salta così la fuga prevista per la minoranza religiosa vittima delle persecuzioni dei terroristi dell’Isis.
Il Pentagono ha deciso che, almeno per il momento, gli Yazidi accampati sulle montagne irachene, non necessitano di evacuare dal loro rifugio. Ciò perché nei giorni scorsi circa la metà di loro è riuscita a fuggire nei villaggi liberati dai militari USA e a tornare alle normali condizioni di vita.
Gli Yazidi rimasti sul monte Sinjar continueranno a beneficiare degli aiuti umanitari lanciati nel corso dei raid aerei. Le loro condizioni di vita sarebbero tutto sommato positive; non mancano loro generi di prima necessità né protezione. Per questi motivi l’evacuazione non è più necessaria.
Ovviamente, rassicurano le autorità americane, ciò non implica la cessazione dei raid umanitari. I militari USA ed esercito curdo continueranno ad impegnarsi non soltanto per la tutela degli Yazidi o per recuperare i cittadini rapiti dall’Isis, ma anche per ristabilire l’ordine in Iraq.
La decisione di dar vita ad un piano di evacuazione degli Yazidi era stata presa qualche giorno fa, quando l’Isis aveva catturato dei nuovi prigionieri. Tra questi soprattutto donne e bambini destinati ad essere convertiti, con la violenza, si intende, all’islamismo.
La situazione al momento sembrerebbe essere comunque sotto controllo. Intanto vari governi occidentali stanno unendosi pian piano alle forze americane e curde impegnate a fare dell’Iraq un paese libero dall’azione estremista dell’Isis. Si spera solo che la situazione non degeneri.
Del resto è stato proprio il Papa che in questi giorni, riflettendo sulla condizione degli Yazidi, ha ribadito che non esistono guerre di religione; nessun credo degno di tale nome può istigare alla violenza e ai massacri. Spesso gli uomini però interpretano le parole di Fede secondo il loro tornaconto.