Continua a diventare più grande la polemica sul rinvio ai tagli degli stipendi parlamentari.Nonostante le modifiche su pensioni e Imu, mancano all’appello ancora ben 5 miliardi di euro.La commissione bilancio della Camera che aveva momentaneamente sospeso i lavori sulla manovra, tornerà a riunirsi stasera. I parlamentari non accettano il taglio degli stipendi. Altro che sacrifici per tutti gli italiani: ogni volta che si parla di tagli sulle entrate parlamentari spunta un cavillo a loro favore, e a rimetterci sono sempre solo i dipendenti e i pensionati.
La polemica è nata ieri, quando i deputati hanno detto no a una norma che prevede la possibilità del governo di intervenire sui tagli degli stipendi dei parlamentari. La decisione dei partiti, è stata giustificata difendendo “la competenza esclusiva delle Camere contro l’ingerenza del governo”.Questa decisione, provoca, di fatto, lo slittamentodell’adeguamento degli stipendi di deputati e senatori alla media europea. E’ bastato un piccolo cavillo costituzionale al presidente della Camera Gianfranco Fini per rimandare tutto.
E giustamente la decisione che rende ancor più ridicolo il nostro Parlamento agli occhi degli italiani scatena polemiche in tutto il Paese. Tanto che i presidenti delle Camere Fini e Schifani intervengono per assicurare che il taglio si farà:”Il Parlamento taglierà al più presto gli stipendi” e ancora”Non corrisponde al vero quanto ipotizzato da alcuni organi di informazione circa la presunta volontà del Parlamento di non assumere comportamenti in sintonia con il rigore che la grave crisi economica-finanziaria impone a tutti”.La vicenda ha sollevato le reazioni anche dei parlamentari:Pier Ferdinando Casini, leader Udc: “Non c’è nessuno stop, siamo indisponibili a difese corporative.
Per noi i tagli ci saranno nei tempi indicati dal governo”. Antonio Di Pietro, leader Idv: “L’Italia dei valori ha presentato un emendamento che interviene sul trattamento economico dei parlamentari e ci auguriamo che, con senso di responsabilità, sia approvato”. Angelino Alfano, segretario del Pdl: “Da parte nostra nessun rallentamento sui tagli ai costi della politica e agli stipendi dei parlamentari. Ma sarà il Parlamento ad assumersi la responsabilità della scelta, come ha già cominciato a fare sui vitalizi. Senza farsi commissariare dal governo”.