Dopo l’incontro di ieri a Città della Pieve con il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è andato a Milano dove, dopo la visita ai cantieri dell’Expo 2015, ha incontrato la stampa per parlare di vari argomenti, dai fondi europei all’articolo 18.
Sui fondi europei ha detto che il Governo si sta preoccupando di toglierli alle Regioni che non li spendono per destinarli alle scuole: negli ultimi anni sono stati spesi nel peggior modo possibile e l’obiettivo dell’Esecutivo è quello di attuare una strategia che porti al miglior uso dei fondi europei.
A chi sottolineava il rimprovero della Commissione Europea che ha definitio l’Italia un paese senza strategia Renzi ha risposto tutti Paesi membri ricevono delle considerazioni critiche da Bruxelles, poi ogni Stato fa le sue valutazioni.
Sul grande appuntamento dell’Expo 2015 il Premier ha ancora una volta sottolineato che il mondo ha molta voglia di Italia, della sua qualità, del suo stile, e della sua bellezza, e i 5 milioni di biglietti già venduti ne sono una dimostrazione, anche se la speranza adesso è quella di arrivare a 10 milioni di biglietti venduti prima dell’inizio della manifestazione (l’obiettivo principale è la vendita totale di 24 milioni di biglietti).
Renzi ha ribattezzato il 1 maggio 2015 (il giorno in cui verrà inaugurato l’Expo) il “No Gufi Day”: sarà un gran giorno per l’Italia, una dimostrazione dell’orgoglio del nostro Paese il cui futuro non può essere lasciato ai guri e a chi spera nel suo fallimento.
Il Presidente del Consiglio tornerà a visitare i lavori per l’Expo prima del 16 ottobre, quando verranno ospitati a Milano i capi di Stato dei 28 Paesi membri dell’UE e dei Paesi asiatici; sarà un’importante e significativa opportunità per fare una valutazione dell’avanzamento dei lavori, quindi fino a quella data bisognerà correre.
Non poteva mancare una parentesi sull’Articolo 18: Renzi non è interessato ad un’inutile discussione ideologica, la priorità è trovare i posti di lavoro e il Governo farà tutto il possibile affinché si raggiunga l’obiettivo, anche rivedendo (con l’aiuto di tutti) nella legge delega lo Statuto dei lavoratori, che deve guardare al futuro e non solo al passato.