La Striscia di Gaza resta intrisa di sangue nonostante la tregua (la quale scade comunque in serata); poche ore fa un giornalista italiano, Simone Camilli, è morto a seguito dell’esplosione di una bomba. Oltre al reporter nostro connazionale, nella stessa circostanza hanno trovato la morte altre 6 persone.
Un F16 israeliano aveva lanciato una bomba , fortunosamente inesplosa, nel nord di Gaza. Alcuni artificieri si erano impegnati a disinnescarla prima che l’ordigno potesse deflagrare mettendo a rischio la vita di centinaia di civili. Il nostro giornalista stava seguendo le operazioni di disinnesco.
Simone Camilli era un professionista stimato ed un conoscitore attento del Medio Oriente. Per questo le agenzie internazionali per cui lavorava, gli hanno affidato il delicato incarico. Il giornalista aveva già effettuato dei reportage in zone ad alto rischio, non era quindi uno sprovveduto.
Il destino però non tiene conto del curriculum di ciascuno di noi. Lo scoppio della bomba ha ucciso altre 6 persone tra artificieri e addetti ai lavori. Uno dei parenti delle vittime, sostiene che la morte del giornalista e degli uomini incaricati di neutralizzare la bomba non è stata accidentale.
L’uomo, afferma infatti che l’ordigno è stato manipolato prima di toccare Gaza. Lo scopo era proprio quello di mietere delle vittime, probabilmente sia militari che civili. Il nostro giornalista, Simone Camilli, sarebbe stato quindi coinvolto accidentalmente nello scoppio della bomba.
Tra poche ore scadrà la tregua tra Palestina e Israele; Gaza, ancora intrisa di sangue e morte, potrebbe tornare ad essere il teatro del conflitto fra i due paesi. La guerra riprenderà con maggior vigore, esacerbata da quest’ultima scorrettezza bellica che è costata la vita al giornalista italiano.