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Lettere del Fisco: contenuti e spese monitorate

Lettere del Fisco: contenuti e spese monitorate

Abbiamo di recente parlato delle lettere del Fisco che centomila italiani riceveranno nei prossimi giorni e abbiamo detto che sono divisibili in due categorie; cerchiamo oggi di capire quali sono i contenuti delle 75.000 lettere meno “pericolose” inviate dall’Agenzia delle Entrate, cioè quelle che rappresentano solo un avviso e non comportano l’obbligo di risposta.

La lettera infatti ha puro scopo informativo e non fa riferimento ad uno specifico importo frutto dei controlli incrociati (basandosi sulle informazioni che ha raccolto l’Agenzia sui propri database), ma si limita ad indicare le tipologie di spese sulle quali è stata riscontrata l’incongruenza con quanto affermato in sede di dichiarazione dei redditi. Facciamo una rapida carrellata delle spese che il Fisco tiene in considerazione in questo tipo di analisi.

Di sicuro vengono osservate le spese relative all’abitazione, che sono facilmente individuabili dall’Anagrafe tributaria perché contenute sia nelle dichiarazioni dei redditi che in varie comunicazioni (come lo spesometro); rientrano in questa categoria di spese i mutui, l’acquisto di fabbricati, le ristrutturazioni,gli affitti,gli acquisti di elettrodomestici o arredamento, le colf.

L’acquisto, il noleggio o il leasing di auto e moto (ma anche imbarcazioni e aerei) possono rappresentare spese significative che rischiano di trasformarsi in un’anomalia rispetto ai redditi dichiarati ed entrare nel mirino del Fisco.

Altre spese sotto controllo sono quelle relative al tempo libero e al lusso (ad esempio acquisto di opere d’arte, viaggi, iscrizioni a centri benessere o esclusivi circoli sportivi) e agli investimenti (acquisto di azioni, titoli o terreni o conferimenti di denaro in società).

Ricordiamo che i destinatari di queste lettere del Fisco possono verificare se le anomalie sono frutto di un errore di calcolo (e quindi comunicarlo telefonicamente o via email all’Agenzia delle Entrate) oppure procedere direttamente al ravvedimento operoso entro il 30 settembre (32 euro più il 3,75% sull’imposta maggiore da pagare).

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