Alla fine il sì in prima lettura del Senato alla riforma costituzionale è arrivato proprio l’8 agosto come aveva pronosticato Renzi: con 183 voti favorevoli e 4 astenuti ora il testo è pronto a passare alla Camera. C’è comunque da registrare che i rappresentanti di Sel, Lega, Movimento 5 Stelle e Gal non hanno partecipato al voto.
Ma mentre si sapeva o si poteva immaginare che i partiti di opposizione non avrebbero partecipato al voto, lascia un po’ più di sorpresa il non-voto del gruppo di dissidenti del PD e dei frondisti di Forza Italia.
Immediato il primo commento del Presidente del Consiglio Renzi che affida a Twitter le sue parole con cui avvisa che nonostante il tempo che sarà necessario, le difficoltà e gli intoppi che incontrerà, il cambiamento iniziato oggi non potrà essere fermato.
Felicissima anche il ministro Boschi che ringrazia i dipendenti del Senato e il presidente Grasso e definisce quello di oggi il primo segnale della voglia che ha il Paese di cambiare, anche se è solo un passaggio (fondamentale) di un percorso lungo e non facile: i ddl di riforma costituzionale infatti devono superare ben quattro letture e il referendum confermativo.
Parole di soddisfazione arrivano anche da Forza Italia, e vengono pronunciate dal capogruppo Paolo Romani che esalta il ruolo di Berlusconi e del patto del Nazareno come dimostrazione di esempio di lavoro condiviso in un clima di legittimazione politica.
Di tutt’altro tenore le parole di Gian Marco Centinaio della Lega che critica il testo del ddl dal quale il suo partito prende le distanze e lamenta l’impossibilità di affrontare un dibattio approfondito per via della troppa fretta, delle sedute fiume e delle tappe forzate che hanno tagliato le gambe all’opposizione.