È andato avanti a ritmi velocissimi l’esame del ddl sulle riforme costituzionali con l’approvazione degli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 che riguardavano diversi temi importanti come la durata settennale e non rinnovabile dei Senatori di nomina presidenziale, la conferma dell’assenza del vincolo di mandato per i Parlamentari, l’indennità parlamentare concessa solo ai Deputati.
È stato approvato anche l’articolo 8 che, con la bocciatura di tutti gli emendamenti, rimane con il testo della Commissione Affari Costituzionali. Come conferma la relatrice Finocchiaro viene reinstaurato il regime vigente che prevede l’immunità anche per i Senatori.
La replica dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle è stata dura e immediata,e tramite il capogruppo Vito Petrocelli, fanno sapere che una riforma così scadente non merita la loro presenza in Aula, escludendosi da ulteriori votazioni su emendamenti.
Anche Sel non ci sta e il coordinatore Fratoianni ha già fatto sapere che inizieranno subito i lavori per organizzare i comitati per il No al referendum (la presenza del referendum confermativo al termine dei lavori in Aula viene considerato l’unico risultato positivo di questa lunga battaglia parlamentare) nella convinzione che gli italiani possano ribaltare quanto deciso al Senato.
Il Premier Renzi ha subito manifestato la sua soddisfazione, sottolineando come i Senatori di maggioranza abbiano dato un bel segnale; il percorso, da intraprendere con il passo del maratoneta, è ancora lungo, ma il Presidente del Consiglio vede tra gli Italiani un clima positivo che lo rende ottimista: farà di tutto per trovare l’accordo sulle riforme elettorali in modo che il Governo possa poi concentrarsi sui veri problemi come le situazioni di disagio e la mancanza di lavoro.