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Un uomo stava ingannando il tempo passeggiando alla Darsena Vecchia di Livorno; sicuramente non immaginava che, guardando distrattamente gli ormeggi del porticciolo, avrebbe potuto scorgere il cadavere di un sacerdote, il quale è stato ripescato dal mare grazie alla sua tempestiva segnalazione agli organi competenti.
Il corpo si era incagliato tra due barchette. Il sacerdote, di cui ancora non è stato reso noto il nome, era originario di Genova e mancava dalla sua parrocchia ormai da qualche giorno. La denuncia della sua scomparsa è infatti datata 3 agosto 2014.
Una volta riportato sulla terraferma, il cadavere dell’uomo è stato sottoposto ad una prima analisi. Il sacerdote indossava l’abito talare e aveva con sé un foglio su cui era annotato un IBAN. Si è così risaliti dapprima all’intestatario del conto corrente e poi all’identità del parroco.
Proprio il titolare dell’IBAN è stato infatti chiamato ad identificare il corpo del sacerdote. Nessun dubbio quindi sull’identità della vittima. Sul cadavere è stato poi rinvenuto anche il portafoglio del parroco. All’interno dell’oggetto erano presenti i documenti e del denaro.
Ciò, oltre ad avvalorare le notizie relative al riconoscimento della salma, suggerisce agli inquirenti che la morte del sacerdote sicuramente non è imputabile ad un’aggressione a scopo di furto. Molto probabilmente il parroco di Genova potrebbe essere caduto accidentalmente in mare.
La corrente avrebbe poi trasportato il corpo da Genova a Livorno. Il sacerdote era da tempo in cura presso uno psichiatra perché affetto da una grave forma di depressione. Inoltre, da qualche giorno, aveva smesso di seguire la cura farmacologica prescrittagli dal medico.
Per questo motivo gli inquirenti, benché un simile atto sia contrario ai principi del cattolicesimo, non escludono la pista del suicidio. Ipotesi avallata dall’assenza sul corpo di segni che possano rimandare ad episodi di violenza. Nei prossimi giorni sarà possibile conoscere la verità su questa strana morte.
