Incredibile retromarcia del Governo che oggi presenta quattro emendamenti soppressivi al decreto legge sulla Pubblica Amministrazione che di fatto, allineandosi a quanto sempre sostenuto da Carlo Cottarelli (commissario alla spending review), porteranno alla cancellazione della Quota 96.
La Ragioneria Generale ha convinto Renzi e i suoi a rivedere quanto la Camera aveva approvato qualche giorno fa concedendo la fiducia al Governo: non ci sono le coperture economiche per portare avanti il progetto di svecchiamento e turnover.
I quattromila pensionamenti previsti dalla Quota 96 vengono quindi bloccati e tornano le penalizzazioni per i docenti che escono dal lavoro prima di compiere il 62simo anno ci età. Soppresso anche l’anticipo della pensione a 68 anni per primari e professori universitari.
Alla base di questo dietrofront c’è la necessità di ridurre ulteriormente le spese, in vista di un percorso a lungo termine di riduzione delle tasse (iniziata con il bonus fiscale di 80 euro concesso ai lavoratori con redditi medio-bassi).
Immediate e dure le reazioni degli esponenti dei sindacati e alcune forze politiche, che non hanno esitato a definire questi emendamenti soppressivi come un flop, un’ingiustizia, un’ennesima figura da dilettanti.
Per Bonanno della Cisl non si può intervenire in materia di lavoro e pensioni con un decreto legge senza un confronto preventivo con i sindacati; secondo Scotto di Sel per i lavoratori, dopo l’ingiustizia della legge Fornero e l’illusione dei giorni scorsi è arrivata una beffa incredibile; Palese di Forza Italia sottolinea lo stato confusionale del Governo che prima fa di tutto per portare avanti le sue convinzioni e solo dopo si accorgono della mancanza delle coperture.