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Mario Monti in veste di ministro dell’Economia. Il professore passa l’intera giornata in Via XX Settembre per analizzare il bilancio dello Stato ereditato da Tremonti. Sul tavolo le decisioni da prendere per rilanciare il Paese, e la preparazione per la trasferta di Bruxelles di dopodomani, quando illustrerà i piani portare l’Italia fuori dalla crisi.
Gianfranco Fini, presidente della camera, infatti avverte: “Questo è l’ultimo governo in grado di far uscire l’Italia dalla crisi: se dovesse fallire rischia di fallire l’Italia intera”.
La prima settimana del nuovo premier sarà già decisiva. Sui tempi per l’adozione delle prime misure anti-crisi non si hanno ancora certezze. Monti e i suoi ministri stanno studiando i dossier, quindi si esclude che il governo riesca a varare un pacchetto prima del 29 novembre.
Molto probabilmente si avrà un quadro chiaro entro il vertice europeo del 9 dicembre. Aumentano i rumors sul primo pacchetto di misure che dovrebbe prevedere il ritorno dell’Ici sulla prima casa con una rivalutazione dei valori catastali. Altra misura che il nuovo esecutivo potrebbe proporre, se l’ici non dovesse bastare, sarà un nuovo aumento dell’Iva.
Misure chiaramente dettate dal bisogno di far cassa. L’unica misura a vantaggio dei contribuenti potrebbe essere una riduzione di Irpef e Irap per alleviare il peso fiscale su lavoratori e aziende. Inoltre in cantiere anche l’abbassamento del tetto dei pagamenti in contanti fino a 350 euro per combattere una delle maggiori piaghe del sistema Italia: l’evasione.
Nel pacchetto potrebbero in fine entrare anche alcune liberalizzazioni sempre allo scopo di rilanciare l’economia.
