Addizionati agli emendamenti del decreto di Riforma della Pubblica amministrazione sulla scuola ci sono nuovi e brutti dubbi che concernono non solo il problema dei Quota 96, i 4.000 impossibilitati alla pensione per via di un errore tecnico della riforma Fornero e del governo Monti, ma anche il blocco delle proroghe di contratto dei dirigenti delle scuole statali.
Infatti, se si ascolta il parere dell’Associazione dirigenti scolastici, l’approvazione del decreto della pubblica amministrazione, che dovrebbe sbloccare la situazione dei Quota 96 dando loro la possibilità di andare in pensione, andrebbe a danneggiare la scuola.
A conferma di ciò, alla base c’è un ragionamento: ovviamente, nella perché sia i dirigenti scolastici sia i docenti dei Quota 96 che andranno in pensione il 1 settembre non sarebbero poi sostituiti subito. Facendo un calcolo, quasi 1,200 istituti scolastici su 8.038 saranno privati di una guida autonoma, al di là poi dei 475 istituti sottodimensionati.
Pertanto, non ci sarà un cambio generazionale, dal momento che questa buonuscita dal servizio dei dirigenti scolastici anziani non è poi equilibrata dall’ingresso di nuove assunzioni, le quali sono sono state autorizzate dal Tesoro.
Bisogna precisare che dal 2011 il MEF non ha variato il numero di assunzioni inedite di dirigenti scolastici, al di là di quelli calcolati dall’ultimo concorso nazionale: inoltre, alla mancanza di dirigenti va ad addizionarsi quella dei docenti.
Secondo l’associazione in questione, se al problema dei dirigenti viene aggiunto il fatto che il nuovo pensionamento permesso ai docenti non sarà rimpiazzato da nuove nomine in ruolo, la scuola rischia seriamente di andare a rotoli in modo davvero grave.