L’esame del ddl riforme continua ancora a creare proteste all’interno dell’Aula: anche ieri sera si sono alzati dei cori di protesta dai banchi dell’opposizione quando Pietro Grasso ha annunciato la votazione di un emendamento di Sel; l’emendamento è stato bocciato e grazie al meccanismo del canguro ne sono decaduti con lui altri 1400.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sui meccanismi utilizzati in questi giorni: con la tagliola vengono stabiliti i tempi di intervento in aula di ciascun gruppo in modo che il termine della discussione e il voto avvengano alla data stabilita. Il canguro invece permette il raggruppamento di tutti gli emendamenti dal contenuto molto simile, in modo che la votazione sul primo abbia l’effetto (approvazione o bocciatura) su tutti gli altri.
Intanto su Facebook Matteo Renzi afferma che non deluderà gli italiani che hanno chiesto il cambiamento del sistema politico: andrà avanti senza sottostare ai ricatti e alla fine saranno i cittadini a dare il proprio giudizio con il referendum; inoltre accusa i senatori che fanno ostruzionismo di perdere tempo in realtà solo perché hanno paura di perdere la poltrona.
Anche Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, spiega che si andrà avanti con le riforme con serenità perché sono le cose giuste per il Paese. Il ministro Boschi si dice disponibile al voto palese: è giusto che non si debba avere paura di sostenere le proprie idee.
Da Sel fanno sapere che il loro non è affatto un ricatto: la richiesta di ritirare gli emendamenti non è accettabile (sono la testimonianza che la libertà non si può coartare), ma gli uomini di Vendola sono disposti a fare passi in avanti se il dibattito assume modalità e linguaggio diversi.