Berlusconi scrive, Alfano risponde

Sulle pagine de Il Giornale di oggi compare una sorta di lettera di Silvio Berlusconi indirizzata agli altri leader politici dei partiti di centrodestra, un appello a riunirsi per creare una nuova coalizione in vista delle prossime elezioni.

L’intenzione dell’ex premier è quella di costruire una piattaforma che, grazie al valore comune della centralità del cittadino nei confronti dello Stato, possa riunire i partiti del centrodestra ricominciando dal basso, cioè non facendo un semplice cartello elettorale, ma creando un nuovo percorso comune nel rispetto delle storie di ciascuna forza componente e senza rivendicare primogeniture.

Il progetto è quindi partire dai valori comuni e costruire in un secondo momento i contenuti specifici; le questioni di organigramma e leadership sarebbero solo il punto d’arrivo, non un punto di partenza.

Proprio oggi si è svolta a Roma l’assemblea del Nuovo Centrodestra, partito che attraversa un periodo poco felice per via delle frizioni interne causate dalla spaccatura tra la fazione di coloro che non rimangono insensibili ai richiami di Forza Italia e la fazione di coloro che invece non prevedono alcuna alleanza all’orizzonte.

Dal palco dell’assemblea Alfano fa riferimento alla lettera di Berlusconi (senza però mai menzionarlo esplicitamente) dicendo che chi doveva capire la loro scelta di intraprendere una nuova strada ha finalmente capito il coraggio e l’importanza del gesto.

Sulla possibilità di una nuova alleanza (non c’è volontà di condividere il futuro con la sinistra, ma la ricostruzione del centrodestra non sarà facile e dovrà avvenire nel rispetto della democrazia interna e delle opinioni di tutti) Alfano dice che molto dipenderà dalle intenzioni di Berlusconi sulla nuova legge elettorale.

Il leader del Ncd rivendica l’importanza del suo partito nel Governo: questo esecutivo esiste anche perché ne fa parte il Ncd, quindi non si può parlare di un governo monocolore, perché il Nuovo Centrodestra si batterà per aspetti a lui molto cari come la rivoluzione burocratica, il nuovo fisco, un nuovo regime per l’uso delle intercettazioni, la responsabilità civile dei magistrati e la modifica dell’Articolo 18, su cui avvisa Renzi che non si può scherzare.