Si è risolto dopo poche ore il giallo di Samarate. Una donna di 35 anni, Marianna Ricciardi, era stata uccisa due giorni fa nella sua abitazione di Samarate, in provincia di Varese. Dopo essere stata colpita brutalmente alla testa, è stata trovata, priva di vita, sul pavimento del salotto di casa sua, in una pozza di sangue, da suo marito Luca Pittaro. A mettere in allarme Pittaro era stata la mamma di lei: «Marianna non è ancora venuta a prendere la bambina dopo la scuola. Non è da lei. A casa sembra non ci sia nessuno. Al telefono non risponde e non mi risponde nemmeno al citofono, sono preoccupata. Puoi andare a vedere?». Arrivato a casa, l’uomo ha trovato la porta d’entrata chiusa dall’interno, con le chiavi inserite nella serratura, un elemento che presupponeva che la donna conoscesse il suo assassino.
Ed è stato proprio il marito, Pittaro, il primo ad essere sospettato dell’omicidio: portato dagli investigatori nella caserma di Busto Arsizio, è stato interrogato per diverse ore. Ieri notte, però, c’è stata la svolta nell’inchiesta e i sospetti sono stati dirottati su un amico della vittima: Domenico Cascino, un inserviente di Gallarate, che avrebbe ucciso la donna nel corso di una lite. Il 42enne ha confessato il delitto durante l’interrogatorio con il sostituto procuratore di Busto Arsizio Mirko Monti, che ne ha disposto il fermo. Domenico ha raccontato ai carabinieri di aver avuto una relazione con Marianna e che la donna aveva deciso di lasciarlo proprio quel giorno. Sarebbe stato questo il motivo alla base di un violento litigio tra i due, sfociato nel gesto omicida dell’uomo, che ha poi dichiarato: “L’ho finita a colpi di sedia”.
Una figlia di sette anni, lui un camionista e lei un’impiegata nella cooperativa Iris che si occupa dell’assistenza agli anziani.
«Era una ragazza normalissima e disponibile, che aiutava tutti e non si arrabbiava mai» ma ha avuto la sfortuna di incontrare sul suo cammino l’uomo che le avrebbe «fatto girare la testa». Questo dicono le persone che conoscevano Marianna Ricciardi.