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La Striscia di Gaza è una terra che recentemente è stata ancora violata dal sangue di più di 500 morti; gli ultimi aggiornamenti in proposito provengono dalle sedi ONU, organizzazione che ordina adesso la cessazione immediata delle ostilità o almeno la tregua tra Israele e Palestina.
E’ di stamattina la notizia dell’ultima carneficina di Gaza; stavolta le vittime sono dei civili, una famiglia di 9 persone (di cui 7 i bambini) totalmente sterminata da una guerra che c’è sempre stata e a cui tutti siamo ormai tragicamente e vilmente abituati.
L’ONU, nelle ultime ore, ha contato circa 500 morti, tutti abitanti e soldati della Striscia di Gaza. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, comprendendo che il numero delle vittime di questa guerra fratricida è destinato a salire in maniera esponenziale, ha ordinato la tregua immediata.
La Striscia di Gaza, almeno così vorrebbe l’ONU, dovrebbe ritornare alla cosiddetta politica del “Cessate il fuoco” concordata alla fine del 2012. Inoltre si richiede, come minimo, il rispetto dei diritti umani, la tutela dei civili e la protezione delle fasce più sensibili della popolazione.
Israele però sembra molto propenso ad ignorare l’ennesimo appello dell’ONU. Il ministro della difesa, Moshee’ Yaalon, ha ribattuto duramente che sarà necessario proseguire la guerra finché nella Striscia di Gaza non venga ripristinata una situazione di calma e di normalità.
Per questo Israele si è addirittura dichiarato pronto a chiamare in causa dei nuovi riservisti. Tanta determinazione nascerebbe, almeno ufficialmente, dall’ennesimo attentato terroristico ordito dal Palestinesi nei confronti degli Israeliani e da questi fortunosamente sventato.
