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Nelle ultime ore a Firenze è stata effettuata la conferenza stampa del Garante regionale in merito ai diritti dei detenuti Franco Corleone: si è trattato di qualcosa di molto interessante, che ha visto altresì l’occasione per la presentazione del Manifesto No Prison.
Nel dettaglio, si tratta di un documento prodotto da Livio Ferrari e Massimo Pavarini: questi due sono rispettivamente il direttore del centro di ascolto di San Francesco a Rovigo e il professore di diritto nelle carceri all’Università di Bologna.
Questo documento è molto interessante, dal momento che il manifesto spiega in 20 punti i motivo per i quali il sistema della giustizia penale al momento è unicamente dispensatore di sofferenza, e pertanto non è tollerabile vista la parvenza sociale che possiede il Belpaese.
Bisogna infatti evidenziare che le modalità punitive, tra cui regna sovrana il carcere, sono purtroppo in crisi, come quella economica: a sottolinearlo è stato il tempo che, come un galantuomo, ha fatto capire pian piano che il carcere ha fallito in modo del tutto clamoroso ogni finalità preventiva della pena.
L’idea che si evince dal Manifesto è proprio di eliminare il carcere mediante una responsabilizzazione ed un controllo della libertà e in particolar modo mettendo avanti l’istituto della mediazione come rimedio a tanti anni di sofferenze da parte degli imputati.
Pertanto, in poche parole, Ferrari e Pavarini propongono la soppressione del carcere proponendo degli istituti mediativi, tramite i quali effettuare la rieducazione di chi ha commessun un crimine, più o meno grave, al fine di recuperarlo e di reintegrarlo nella società.
