Per fortuna per pochi, per sfortuna per molti, nelle ultime ore è stata bocciata in Aula alla Camera dei Deputati dalla maggioranza governativa la proposta di legge del movimento 5 stelle in merito alla soppressione di Equitalia, la celebre azienda che si occupava della riscossione dei crediti.
Nel dettaglio, i componenti del movimento 5 Stelle domandavano la soppressione della società a partire dal mese di gennaio 2015: ovviamente, ci doveva essere qualcuno che si occupasse delle relative funzioni, del patrimonio e dei dipendenti, e secondo i grillini doveva essere l’Agenzia delle Entrate, che poteva agire mediante la Direzione centrale per la riscossione.
Il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate del Movimento 5 stelle, cofirmatario della proposta di legge, ha dichiarato che questa decisione ha scritto una pagina davvero triste della democrazia italiana: si tratta di un tema davvero delicato, che non è il caso di approfondire in queste righe.
Pertanto, si passi ad una serie di dati statistici: bisogna affermare che dei 41 milioni di contribuenti italiani, il 37% è oppure è stato in una relazione difficile con Equitalia. Questa azienda ha inviato circa una media di 15 milioni di cartelle l’anno, che nel corso della sua storia sono state oltre 170 milioni di cartelle.
Di questa somma, sono solo un terzo appena pagate in contanti oppure messe a rate, mentre i due terzi sono state contestate o ignorate: sono molti comunque i casi drammatici con contribuenti italiani che si sono suicidati proprio a causa dell’impossibilità di pagare queste cartelle.
Secondo alcuni, l’Equitalia è una società per azioni che punta non al benessere della popolazione, ma al proprio tornaconto: una specie di usuraia legalizzata. Di rado viene effettuato l’annullamento dei precedenti interessi e more, e se non si rispettano le regole si peggiora di giorno in giorno la situazione. Nessuna possibilità di mediazione.