L’Unione Europea ha preso provvedimenti contro l’Italia, colpevole di inquinare l’acqua con l’immissione di dosi di arsenico superiori a quelle normalmente consentite. Il fenomeno sarebbe particolarmente evidente in alcune regioni, Lazio su tutte.
L’acqua italiana viene contaminata da anni. Le analisi chimiche effettuate periodicamente dall’Unione Europea, hanno rilevato alti tassi di arsenico e fluoro. Sebbene parecchi siano stati i solleciti in tal senso, nulla parrebbe essere cambiato.
Il problema sembrerebbe interessare soprattutto il Lazio. Benché l‘Unione Europea abbia concesso a quest’area geografica tre deroghe (ciascuna equivalente a tre anni di tempo) per il filtraggio dell’acqua, nulla è cambiato.
L’Italia, controllata al pari degli altri stati dagli uffici competenti dell’Unione Europea, non analizza la sua acqua. Le norme dell’U.E. prevedono che ogni nazione controlli periodicamente le risorse idriche riservate al consumo umano, tenendo conto di un certo numero di parametri.
Le eventuali deroghe concesse dall’Europa agli stati non in regola hanno durata temporale limitata e possono essere ottenute soltanto se la contaminazione idrica non è pericolosa per la salute e se un’area geografica non ha altri modi per garantire l’acqua ai suoi abitanti.
L’Italia non può usufruire di ulteriori deroghe dato che le sono state concesse tutte quelle attualmente previste; dovrà quindi provvedere a regolarizzare subito la situazione. Inoltre, come da accordi, dovrà informare i cittadini sul corretto uso dell’acqua, ancora potabile ma contaminata.
Dato che l’ultima deroga concessa all’Italia è scaduta da più di un anno e nessuno sembrerebbe voler porre rimedio all’inconveniente, Bruxelles ha già inviato a Roma una lettera di costituzione di mora, prima formalità da espletare per avviare la procedura di infrazione.