E’ di oggi la notizia secondo la quale, grazie all’azione della polizia postale, è stata bloccata una rete web dedita alla pedofilia e alla pedopornografia; nelle indagini sono stati coinvolti internauti provenienti da 11 diversi paesi europei e non.
Dopo mesi di indagini e verifiche, la polizia postale di Venezia, in collaborazione con la polizia di altri 11 stati e sotto coordinazione del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online, ha identificato i 50 internauti rei di reati ascrivibili alla pedofilia.
Il traffico dati intercettato dagli inquirenti conteneva informazioni a dir poco raccapriccianti; al vaglio della polizia infatti si contano un gran numero di video che ritraggono giovani vittime di abusi sessuali e foto inopportune di minorenni.
La polizia, ormai risalita alle identità e alle nazionalità dei pedofili (USA, Italia, Polonia, Regno Unito, Belgio, Francia, Messico, Germania, Spagna, Argentina, Russia, Repubblica Ceca), ha sequestrato il materiale incriminato e, ovviamente, ha provveduto a cancellarlo dalla rete.
Le indagini hanno avuto inizio in occasione di una precedente inchiesta, purtroppo ancora inerente i reati di pedofilia e pedopornografia, della polizia postale di Venezia. Risolto il primo caso è stato possibile appurare l’esistenza di una rete web molto vasta connessa ai pedofili precedentemente individuati.
Dall’indagine sulla mail di uno di questi si è risaliti ad una lunga lista di cultori della pedopornografia. Uno di loro, spacciandosi per una bambina, usava i suoi profili social per ottenere foto osé di minorenni. Le foto provenivano da contatti fake di altri pedofili.
Questa indagine e la cattura di 50 orchi del web, consentirà agli inquirenti di sviluppare ulteriori inchieste e di risalire ad altri contatti abitualmente dediti alla pedofilia e alla pedopornografia. Anche stavolta però il lavoro della polizia potrebbe richiedere lunghi tempi d’azione.