La Commissione Finanze della Camera ha in questi giorni preso una serie di provvedimenti atti a dare uno stop più deciso al sempre maggiore numero di cittadini evasori; nella stessa ottica è stata anche elaborata la proposta per il riconoscimento del reato di autoriciclaggio.
Le tasse italiane sono fra le più pressanti d’Europa. Le stesse sono proporzionate ai capitali. Per questo motivo chi può, agendo in modo scorretto, cerca di nascondere i propri capitali all’estero. Ciò, a dire la verità insieme ad altri comportamenti, ha impoverito l’Italia.
Questi capitali adesso devono rientrare in Italia. Sul denaro che varcherà i confini dopo essere stato nascosto all’estero, gli evasori pagheranno sanzioni (tanto di natura pecuniaria quanto di natura penale) ed interessi. Stesso discorso varrà per chi è riuscito a nascondere in Italia i suoi capitali.
Qualora ci si ostinasse a nascondere dei beni si potrebbe essere incriminati di un nuovo reato; l’autoriciclaggio. La pena per gli evasori può essere di natura economica (con multe dai 5 mila ai 50 mila euro) o comportare un periodo di reclusione (dai 4 ai 12 anni).
Sono previste delle pene meno dure per chi dovesse collaborare con la giustizia, dimostrare di non voler commettere più lo stesso reato, o per i detentori di capitali provenienti da illeciti punibili al massimo con 6 anni di carcere. Le pene saranno più severe se il reato implica illeciti bancari o finanziari.
Contrariamente a quanto supposto in precedenza, non ci sarà possibilità di condono per gli evasori. La severità di tali normative dovrebbe servire ad accelerare un possibile accordo in materia con la Svizzera. La proposta di legge contro gli evasori deve ancora arrivare a Camera e Senato.