Si dice spesso che la cultura è la vera ricchezza dell’Italia, paese con uno straordinario patrimonio storico ed artistico. Poi però, nel concreto, chiudono le librerie e musei, biblioteche e fondazioni, quasi sempre, non navigano certo nell’oro.
Forse c’è qualcosa che non va, vanno ripensati, e in alcuni casi trovati, modi per valorizzare il patrimonio culturale e renderlo anche occasione di lavoro, e ricchezza. Tra le città italiane che sembrano aver capito molto bene che “con la cultura si mangia”, e anche bene, c’è Varese.
Da una recente analisi condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio e reso disponibile per la consultazione attraverso il sito www.osserva-varese.it, il comparto della cultura, nel nostro paese, raggiunge i 75 miliardi di euro, e Varese, da sola, totalizza 1 miliardo e 234 milioni. Una cifra pari al 5,2% del totale italiano, grazie a ben dalle 62mila imprese culturali, che operano sul territorio provinciale.
Questi dati hanno poi importanti ricadute occupazionali, a Varese la disoccupazione è sotto controllo e la percentuale di persone occupate proprio nel settore culturale è molto rilevante. A livello nazionale sono invece poco più del 5% gli occupati in questo settore, che come detto potrebbe diventare motore trainante della nostra economia, se ci fosse maggiore consapevolezza, e voglia di credere nella bellezza che per secoli c’ha reso grandi.
Interessante anche il fatto che i dati dell’indagine condotta a Varese segnino una crescita progressiva, con un aumento del mercato culturale che sfida la crisi, facendo registrare, tra il 2011 e il 2012, una crescita del +3%. Tra le aziende più attive in provincia di Varese ci sono quelle operanti nei settori, comunicazione, cinema, tv ed editoria, seguono architettura e restauro; arte, design e artigianato.