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La lunga indagine sull’assassinio di Meredith Kercher è arrivata ad una nuova svolta; Raffaele Sollecito, uno degli imputati, ha infatti cambiato versione lasciando così Amanda Knox, sua ex fidanzata nonché principale indiziata, senza un alibi per la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre del 2007.
Meredith, studentessa inglese giunta in Italia grazie ad una borsa di studio Erasmus, fu ritrovata sgozzata nella sua stanza di Perugia. Per l’assassinio sono sempre stati proposti diversi moventi; da una lite tra coinquiline al gioco sessuale, dall’incompatibilità caratteriale con le altre ragazze dell’alloggio alla noia.
Principali indiziati furono sin da subito Raffaele e Amanda. I due si sarebbero sempre sostenuti fornendosi vicendevolmente un alibi (e facendo ricadere la colpa su altri, p.es. Guede). Il ragazzo ha sempre sostenuto che la notte dell’omicidio l’ex fidanzata fosse a casa sua; quindi non erano in casa nel momento in cui Meredith moriva.
Adesso Raffaele vuole rivedere la sua testimonianza; dirà infatti di non essere più tanto sicuro di quello che accadde quella maledetta notte. Il ragazzo ha anche ammesso di aver fino a questo momento sostenuto Amanda in virtù del forte legame esistente tra loro, anche dopo la fine della relazione amorosa.
Raffaele dunque avrebbe mentito ai giudici e si sarebbe immolato per proteggere la sua ex fidanzata. La Corte d’Assise d’Appello di Firenze aveva così riconosciuto sia in lui che in Amanda i responsabili dell’omicidio e li avrebbe condannati lo scorso 30 gennaio ad oltre 20 anni di detenzione (28 per Amanda, 25 per Raffaele).
Adesso Raffaele ha un nuovo amore e, liberatosi della sudditanza psicologica più volte dimostrata nei confronti di Amanda, è pronto a dire la verità: non ha idea di dove lui o la sua ex abbiano trascorso la notte. Ciò lascerebbe la Knox del tutto priva di un alibi. Ci si chiede a questo punto se il caso avrà mai una soluzione.
