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Secondo gli ultimi aggiornamenti Annamaria Franzoni avrebbe ottenuto gli arresti domiciliari, tuttavia le è stato impedito di far ritorno a Cogne, paese in cui si è verificato l’omicidio del piccolo Samuele. Annamaria, condannata a 16 anni di galera, ha già scontato in carcere 6 anni della sua pena.
La Franzoni ha così fatto ritorno a casa, stavolta in un’abitazione sita a Ripoli Santa Cristina (BO), scortata dai carabinieri. Ad attenderla Annamaria ha trovato l’intera famiglia, amici e vicini di casa. L’accoglienza in questo piccolo paese è stata calorosa e sorridente, contrariamente a quella che Cogne aveva minacciato di riservarle.
Annamaria Franzoni ha ottenuto i domiciliari grazie alla sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna che ha accolto le istanze presentate dalla difesa. Dopo una perizia psichiatrica favorevole al rientro in casa e alla risocializzazione, il collegio dei magistrati ha quindi potuto dare in nulla osta ai domiciliari.
A pesare su questa decisione sono stati vari elementi; oltre alla perizia psichiatrica condotta dal prof. Augusto Balloni, hanno avuto un loro ruolo la coesione della famiglia di Annamaria, il percorso di responsabilizzazione che la donna ha affrontato in carcere e la possibilità di concedere i domiciliari anche a chi non confessa di aver commesso un crimine.
La Franzoni è stata inoltre giudicata in pieno possesso delle sue facoltà genitoriali, lontana dal rischio di recidiva e capace di controllare la sua emotività prestandosi ad attività di volontariato. Il divieto di tornare in Val D’Aosta è motivato da molte ragioni di diversa natura.
Cogne è un paese isolato che potrebbe esacerbare l’emotività della Franzoni. Inoltre in quel paese nessuno sarebbe stato disposto ad accoglierla con affetto, altro elemento in grado di generare instabilità mentale. Infine, proprio per i suddetti motivi, ci si è posti il problema della sicurezza di Annamaria.
