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E’ notizia di queste ore che Ciro Esposito, tifoso del Napoli ferito durante la finale di Coppa Italia che la sua squadra disputava contro la Fiorentina, è morto. Questi era stato aggredito da Daniele De Santis, tifoso romanista che ha lasciato partire dei proiettili dalla sua pistola poco prima del fischio di inizio della partita.
Ciro, lottava per la vita dal 3 maggio scorso. Al suo fianco, oltre ad un nutrito gruppo di familiari ed amici, i medici del Policlinico Gemelli di Roma. Oggi, 24 giugno, le condizioni di Esposito si sono improvvisamente aggravate e, già alle 13.30, i medici ormai sfiduciati hanno consigliato ai congiunti di Ciro di recarsi in ospedale il prima possibile.
Le condizioni del ragazzo non lasciavano spazio ad altre interpretazioni; di lì a poco infatti ha fatto ingresso nella stanza d’ospedale in cui Ciro era ricoverato anche un sacerdote. I parenti e gli amici faticano ad accettare tale epilogo, non soltanto per l’esito doloroso della faccenda, ma anche perché Esposito sembrava migliorare di giorno in giorno.
Purtroppo però ieri si sono manifestate alcune difficoltà respiratorie e oggi, poco alla volta, tutti gli organi interni di Ciro sono collassati. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, al corrente delle condizioni del supporter, si è subito unito al dolore dei familiari.
Ciro Esposito, magra consolazione per i suoi cari, muore da eroe e lottatore; il proiettile lo colpì mentre tentava di proteggere i tifosi napoletani a bordo di un pullman dall’immotivato assalto avvenuto a Tor Di Quinto. Si unisce prontamente al cordoglio anche Gino Resta, presidente del club Napoli della capitale.
La morte di Ciro ha destato varie polemiche tutte indirizzate alle istituzioni civiche e calcistiche. L’unica cosa certa è che purtroppo la situazione ormai non cambia. La nazionale italiana ha già fatto sapere che dedicherà la sua eventuale vittoria nella partita di stasera a Ciro, un ragazzo speciale che ha saputo vivere e morire con dignità.
