Riforma pensioni Renzi, prepensionamento e legge esodati 2014: ultime novità

La riforma delle pensioni consta di due parti: nel dettaglio, la prima di queste è quella in particolar modo esecutiva e include la cancellazione dell’istituto dei trattenimenti in servizio e quindi è vietata la responsabilità di ottenere incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione per magistrati e simili se in aspettativa.

Inoltre, prevede la semplificazione delle regole del turn over negli uffici pubblici, ossia il ricambio generazionale che ci dovrebbe essere in modo regolare ma che non avviene mai, dato l’oltre 50% di disoccupazione giovanile.

Ad aggiungersi a ciò, viene sancita la mobilità obbligatoria nell’arco di 50 chilometri da dove si lavora in questo momento e la proibizione dell’affidamento di incarichi dirigenziali a lavoratori privati o pubblici che si trovano in quiescenza.

In ogni caso, per disegno di legge delega si aspettano due provvedimenti di fondamentale importanza, il primo dei quali concerne la possibilità di concedere l’uscita anticipata a 57 anni e a 58 anni con 35 anni di contributi ai lavoratori dipendenti: molti festeggerebbero se ciò venisse portato a realtà, dal momento che gli esodati sono davvero numerosi.

Giuliani Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha parlato nelle ultime ore della necessità di creare uno strumento di interfaccia tra il tema degli esodati e le pensioni: secondo il suo parere non si possono lasciare a spasso persone senza reddito per mesi o addirittura anni. Sante parole per gli esodati.

Nel disegno di legge viene dato spazio altresì alla riforma della dirigenza pubblica, ossia all’istituzione di un ruolo unico: fattore importante nel vecchio settore pubblico.