L’assassino di Yara, dopo anni di indagini apparentemente infruttuose, è stato individuato; a dare la notizia alla famiglia e ai media è stato il ministro Angelino Alfano. Il colpevole sembrerebbe essere Massimo Giuseppe Bossetti, un muratore di Clusone. L’uomo è stato arrestato all’interno della sua casa grazie ad un’azione combinata di Ros e Polizia.
Per arrivare a Bossetti la polizia scientifica ha dovuto esaminare e comparare una vasta campionatura di DNA. Le tracce biologiche reperite sui vestiti di Yara sono state confrontate con quelle dei ragazzi della zona che sono soliti frequentare la discoteca che sorge nei pressi del campo di Chignolo d’Isola, luogo in cui era stato abbandonato il corpo della vittima.
Qui è stato individuato un ragazzo sicuramente imparentato con l’assassino. Le indagini sul DNA della popolazione di Brembate di Sopra e paesi limitrofi, hanno individuato in Giuseppe Guerinoni, autista di Gorno morto nel 1999, il padre dell’assassino. Guerinoni però non ha mai conosciuto il figlio, frutto di una relazione occasionale.
Massimo Bossetti, fermato ad un posto di blocco per un banale test dell’etilometro, ha consegnato agli agenti, grazie alla saliva rimasta sull’apparecchio, il suo DNA che, confrontato con quello isolato sui vestiti di Yara, ne ha rivelato il coinvolgimento nell’assassinio. Ciò esclude dalle indagini i fratelli di Bossetti.
La polizia era risalita al colpevole già nel mese di aprile, momento in cui aveva sollecitato una ottantenne di Clusone a sottoporsi al test del DNA. La donna, secondo voci di paese, sarebbe stata infatti l’amante di Guerinoni. In questo caso i pettegolezzi sono serviti a indirizzare al meglio le indagini della polizia.
Parrebbe poi che Bossetti sia imparentato con la donna di servizio dei Gambirasio, avrebbe quindi potuto premeditare l’assassinio o quanto meno conoscere Yara. L’uomo, dopo essersi dichiarato innocente, si è chiuso in un ostinato mutismo rifiutandosi di rispondere alle domande degli inquirenti.