Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin, morti nella capitale della Somalia Mogadiscio il 20 marzo 1994, sono stati assassinati perché avevano scoperto un contrabbando di armi. A rivelare la notizia sono i servizi segreti italiani che hanno reso pubblica un’informativa sull’accaduto.
Il mandante dell’omicidio è il generale somalo Aidid, signore della guerra, a sua volta giustiziato il primo agosto 1996 nel corso di una sparatoria tra tribù rivali. Il 6 maggio 1996 il Sismi aveva inviato al sostituto procuratore Ionta un’informativa per metterlo al corrente sulle responsabilità del Generale Aidid, il quale gestiva una porzione del traffico di armi in Somalia.
Nel dossier del Sisde viene dato spazio anche alla oscura figura Giancarlo Marocchino, considerato il factotum a Mogadiscio e legato al presidente ad interim Ali Mahdi. Marocchino è stato il primo ad accorrere sul luogo dell’omicidio e alcune fonti lo ritengono responsabile della tragica fine di Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.
La famiglia Alpi ha dichiarato attraverso il suo legale che non è stato fatto nulla nella fase iniziale delle indagini, anche se esistevano molte piste da seguire per far luce sull’omicidio delal giornalista. Ilaria Alpi avrebbe scoperto un traffico di armi, ma anche di rifiuti tossici molto pericolosi in Somalia.
Nessuno ha voluto seguire gli indizi che erano sotto gli occhi di tutti. I servizi segreti pare abbiano insabbiato l’accaduto, anche se solo oggi hanno deciso a distanza di così tanti anni di rendere pubblici certi documenti cos’ importanti e vitali per appurare la verità. O parte di essa.