Per Enrico Letta “le dimissioni non si danno per dicerie o manovre di palazzo”, il premier quindi resiste agli assalti che, in gran parte, arrivano proprio dal suo stesso partito.
Letta non acconsente alla staffetta con Matteo Renzi e dopo un colloquio con il segretario del Pd rilancia il suo programma di governo.
Non mancano poi anche scambi di battute e punzecchiature tra i due, con Letta che sfida apertamente il sindaco di Firenze a “dire che cosa vuole” e, nel caso a “sfiduciarlo apertamente”.
Giorgio Napolitano, che tornerà al Quirinale in nottata dal suo viaggio in Portogallo, intanto avverte che indebolire la fiducia data al governo non è la strada giusta.