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Graham Joyce ci ha regalato un nuovo romanzo; ecco qualche notizia sulla trama e poche righe di recensione della Vita di Tara, sua ultima fatica letteraria. La storia si dipana abilmente tra un mondo fantastico, ai limiti del surreale, e la fitta rete di misteri intimi e irrisolti della sua psiche.
Tara Martins è un’adolescente. Già questo basta per porla in un contesto psichico e umorale diverso ed ormai inafferrabile rispetto a quello degli adulti che la circondano. Un giorno la ragazzina, protagonista del romanzo, scompare senza lasciare alcuna traccia di sé.
Passano gli anni e nella famiglia si abbandona ogni speranza di riabbracciare Tara. Tutti mitigano il loro dolore in modi diversi. Durante il pranzo natalizio, Peter, fratello della protagonista, riceve dal padre una telefonata sibillina che gli intima di recarsi subito nella casa dove ha trascorso l’infanzia.
Peter ubbidisce. Tra quelle stanze dolorosamente familiari si aggira Tara che, nonostante siano passati decenni dall’ultima volta che i suoi familiari hanno potuto vederla, ha conservato un aspetto giovanile ed un corpo da adolescente. Il romanzo si apre ora a risvolti parecchio fantasiosi.
Tara, benché manchi da casa da un ventennio, non ha percepito lo scorrere del tempo. Insieme ad uno straniero ha visitato la foresta degli Outwoods, luogo in cui ha preso misteriosamente vita un portale che collega la nostra dimensione ad una realtà parallela in cui il tempo scorre lentamente.
Nessuno, ad eccezione del fidanzato di un tempo, Richie, crede al racconto di Tara. Ogni possibile riavvicinamento tra i due viene però ostacolato dallo straniero. Spetterà al dottor Underwood, psichiatra, tentare di trovare una spiegazione plausibile al racconto di questa donna – bambina.
