Benedetto XVI arriva a Cotonou, capitale del Benin.
Dopo un’accoglienza calorosissima all’aeroporto, Papa Ratzinger ha raggiunto la Cattedrale attraversando le vie di una città gremita di folla, le transenne, dove c’erano, non hanno retto e le vie sono state invase. Continua il viaggio della Chiesa per la pace e la riconciliazione in un continente devastato da guerre e conflitti etnici, aids, migrazioni e uno sfruttamento coloniale che rovina l’ambiente. Un accento particolare è posto sulla “liberazione delle donne”, in un continente che per Benedetto XVI ancora non valorizza a sufficienza quello che Wojtyla chiamava il “genio femminile”.
Questi sono alcune problematiche affrontate nell’esortazione apostolica ‘Africae munus’ (L’impegno dell’Africa) che, dopo il sinodo dei vescovi sull’Africa che si è svolto in Vaticano nell’ottobre del 2009, il Papa ha firmato oggi e consegnerà domani ai vescovi africani nel terzo ed ultimo giorno del suo viaggio in Benin.
« In questo momento -ha detto il Papa- ci sono troppi scandali e ingiustizie, troppa corruzione ed avidità, troppo disprezzo e troppe menzogne, troppe violenze che portano alla miseria ed alla morte. Questi mali affliggono certamente il vostro Continente, ma ugualmente il resto del mondo. Ogni popolo vuole comprendere le scelte politiche ed economiche che vengono fatte a suo nome. Egli si accorge della manipolazione, e la sua reazione è a volte violenta. Vuole partecipare al buon governo. Sappiamo che nessun regime politico umano è l’ideale, che nessuna scelta economica è neutra.
Ma essi devono sempre servire il bene comune.». «Troppo spesso – ha continuato il Pontefice – il nostro spirito si ferma a pregiudizi o ad immagini che danno della realtà africana una visione negativa, frutto di un’analisi pessimista. Si è sempre tentati di sottolineare ciò che non va; meglio ancora, è facile assumere il tono sentenzioso del moralizzatore o dell’esperto, che impone le sue conclusioni e propone, in fin dei conti, poche soluzioni appropriate. Si è anche tentati di analizzare le realtà africane alla maniera di un etnologo curioso o come chi non vede in esse che un’enorme riserva energetica, minerale, agricola ed umana facilmente sfruttabile per interessi spesso poco nobili».
Benedetto XVI ha poi rivolto un appello a tutti i responsabili politici ed economici dei Paesi africani e del resto del mondo. «Non private i vostri popoli della speranza! Non amputate il loro futuro mutilando il loro presente! Abbiate un approccio etico con il coraggio delle vostre responsabilità e, se siete credenti, pregate Dio di concedervi la sapienza. Questa sapienza vi farà comprendere che, in quanto promotori del futuro dei vostri popoli, occorre diventare veri servitori della speranza».