Scandalo Mose, Roma: Marco Milanese ultimo arrestato per corruzione

Lo scandalo Mose ha coinvolto parecchie persone; a Roma è stato arrestato per corruzione Marco Milanese, ultimo in ordine cronologico a fare i conti con la giustizia. L’ordinanza è partita dal GIP Alberto Scaramuzza già un anno fa e si è tradotta nel fermo per 35 persone.

Lo scandalo Mose è costituito da un certo numero di reati verificatisi in occasione della costruzione di barriere architettoniche che potessero proteggere Venezia dai rischi connessi all’acqua alta eccezionale. Milanese, all’epoca dei fatti, era consigliere politico di Tremonti.

L’accusa sostiene che, in virtù del ruolo ricoperto, egli abbia potuto influire sulla delibera relativa alla concessione dei finanziamenti. Parrebbe infatti che Milanese abbia accettato nel 2010 una tangente pari a 500 mila euro da parte del Consorzio Venezia Nuova.

Scopo della tangente sarebbe stato quello di sbloccare tutti i finanziamenti previsti dal Cipe per poter finalmente dare il via ai lavori del Mose. Ancora secondo l’accusa, i soldi sarebbero giunti nelle tasche di Milanese attraverso le mani di Roberto Meneguzzo.

Secondo altre testimonianze, almeno in quell’occasione, i soldi furono consegnati a Marco Milanese direttamente da Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova. Quale che sia il corriere, l’ex parlamentare è comunque considerato coinvolto nello scandalo.

I fatti si svolsero a Milano e quindi, per un problema di competenza territoriale, gli atti in possesso del Tribunale del Riesame di Venezia, sono stati trasferiti ai magistrati del capoluogo lombardo. Milanese è stato quindi arrestato per corruzione.

Dato l’importo della tangente da lui accettata, i giudici hanno autorizzato il sequestro dei beni fino al raggiungimento della quota di 500 mila euro (cifra uguale a quella ricevuta illecitamente dal Consorzio Venezia Nuova). Milanese verrà tradotto nel carcere di S.Maria Capua Vetere.