Bisogna affermare che questi tempi sono molto ridotti in merito ad una materia in particolare di cui si sta occupando il governo Renzi, e ossia una nuova formulazione del piano scuola, su cui sta lavorando da diverse settimane.
Nel dettaglio, il ministro Stefania Giannini ha il compito di migliorare e compilare di tutto punto il documento che al più presto giungerà sulla scrivania di Palazzo Chigi, il primo passo verso l’approvazione in Cdm del progetto che deve diventare legge delega entro la fine del mese di luglio 2014.
I destinatari della riforma Giannini in questione sono il milioncino di docenti che è impegnato nelle scuole pubbliche italiane: la riforma si basa sull’aumento complessivo di ore di servizio per il personale scolastico, il quale apporterà altresì un aumento degli stipendi.
Bada bene però che l’aumento degli stipendi non è automatico, ma sarà a favore solo degli insegnanti con maggiori responsabilità e di quelli più attivi, che si impegnano quindi di più in ambito scolastico.
I sindacati, che cercano una mediazione tra i lavoratori e il governo, sono convinti che la priorità di qualsiasi intervento in ambito scolastico sia l’aumento generale delle retribuzioni, anche perché comunque negli ultimi anni il numero delle ore di lavoro è aumentato già di parecchio.
Infine, bisogna sottolineare che secondo la riforma Giannini gli scatti di anzianità e i bonus retributivi saranno da questo momento in poi condizionati all’impegno volontario dei singoli insegnanti in corsi di particolare importanza per la società, come ad esempio quelli specializzati in informatica o percorsi formativi di lingua.
Nel dettaglio, chi rientra in tale elenco di docenti, in particolar modo dirigenti e professori con livelli alti di anzianità di servizio principalmente, potranno ottenere degli aumenti di stipendio del 30 per cento.