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Il CNR di Pozzuoli ha appena portato a termine degli studi sull’ambiente che daranno modo di ricavare energia pulita semplicemente convertendo l’anidride carbonica (CO2) in acido lattico e idrogeno. La scoperta potrebbe rivelarsi a dir poco epocale e salvare il pianeta dall’inquinamento.
L’energia, in qualunque forma si possa ricavare, è fondamentale per la produttività. Le ultime tendenze in questo ambito vertono, per fortuna, nella direzione di una sempre maggiore attenzione all’ambiente e, di conseguenza, alla scoperte e allo studio di fonti pulite e rinnovabili.
Il CNR di Pozzuoli avrebbe messo a punto una biotecnologia capace di catturare l’anidride carbonica ed altre sostanze inquinanti presenti nell’aria. Per far ciò basterebbe sfruttare la fermentazione di qualsiasi materiale organico o sostanza di scarto naturale. L’energia diventerebbe così in larga parte ecosostenibile.
Il processo, studiato dal team diretto dal professore Angelo Fontana, sarebbe stato battezzato CLF (Capnophinic Lactic Fermentation). La tecnica messa a punto per la produzione di energia pulita si avvarrebbe di un batterio che ricava idrogeno dalla fermentazione dei rifiuti organici.
Ciò basta a produrre energia pulita. Altri vantaggi legati a questa tecnica consisterebbero nella cattura di agenti inquinanti presenti nell’atmosfera e allo smaltimento ecosostenibile di una determinata tipologia di rifiuti. Il batterio, grazie a vari processi metabolici, sintetizza acido lattico ed idrogeno.
Quest’ultimo è utilizzabile per la produzione di energia elettrica. La scoperta ha una grossa rilevanza scientifica e, molto probabilmente, verrà impiegata in molti settori della produzione industriale. Notizie più dettagliate a riguardo del suddetto studio sono reperibili sull’International Journal of Hydrogen Energy.
